La salita condusse al santuario, quelli tipici di provincia, un po’ in altura, lontano dal paese per dare la sensazione che chi viva là dentro viva separato. Ritirato.
Le luci, certo, anche quelle separate. Soffuse.
Arrivando s’udiva un suono che la mente aveva abbandonato ai ricordi degli anni Ottanta. Tasti metallici di vecchie macchine da scrivere. Oddio, che sensazione. Intorno pulviscoli umani che biascicavano solo parole in dialetto. E suonerie improbabili dei mega moderni cellulari che sparavano a volume perforante il tempo d’attesa..
Li chiamavano film dal basso. E i casting vedevano orgiastiche folle in preda alla sindrome di Warhol, il quarto d’ora di notorietà.
Il casting era in corso. Tutti attori per un sabato sera..