Le parole scelte, la punteggiatura, le immagini, il tono.
Per raccontare #storie di #successo devi partire dal #quotidiano, da quello che accade nel #privato delle #persone, dalla motivazione personale. Per raccontare storie e fare in modo che – coincidendo con l’#identità di chi legge – le storie siano appetibili, quindi vicine e quasi sovrapponibili con la storia del #lettore, mi piace fare una riflessione.
#Persona, dal latino è per, attraverso, e sonar, risuonare. Cioè, ai tempi dei greci e ‘degli antichi’, diremmo, la persona era la maschera indossata dagli attori. Ciò che, cioè, permetteva agli attori di coprire il volto e di far risuonare la voce. Una sorta di amplificatore. Sicché la relazione tra maschera e personaggio ‘viene naturale’. Da maschera a personaggio e da personaggio a persona. Poi cala il sipario, si esce dalla scena.
Ci avevi mai pensato? Quante volte abbiamo menzionato le #maschere di #Pirandello o gli aforismi di Oscar #Wilde per descrivere la doppiezza di comportamento, di approccio, di relazione? La maschera è il mezzo attraverso il quale scoprire se stessi. “Sembra quasi che la persona si veda veramente bene solo da una #platea”. L’#individuo è davvero se stesso solo quando indossa una #maschera, che è ciò che “lo purifica dall’esagerazione controllata e finta del #volto”.
Ecco perché funziona la #satira, funziona la #commedia, funziona la #barzelletta. Perché scherzando ci si confessa e si ammorbidiscono i colpi, le #correzioni.
Dunque se vuoi raccontare storie sorridi. Sii scherzoso e osserva il quotidiano. Le storie, come le #notizie, nascono dalla #banalità del #vivere quotidiano.
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