Chi dice donna ‘non’ dice danno
È finita così, con un soffio di speranza che ha invaso le strade.
Dall’antico adagio, ‘Chi dice donna dice danno’ – dal quale provocatoriamente si era partiti – si è costruito un percorso di dialogo virtuale tra il mondo femminile e quello maschile che a fine serata (e nella memoria del pubblico presente) è approdato in ‘Chi dice donna non dice danno’. Nel mezzo i linguaggi dell’arte, dalla parola al messaggio, al teatro, alla danza, alla musica, all’arte contemporanea, alla politica, che contaminandosi l’un l’altro hanno scatenato quello shock sensoriale il cui obiettivo era quello di destare l’attenzione del pubblico sul tema difficile del femminicidio. I linguaggi si sono intersecati dando vita a una deriva caleidoscopica che ciascun fruitore ha avuto modo di sentire e interpretare.